Le lettere di Agata Pinnelli

Madre, donna del cuore della vita.

L’otto maggio, una festa corale

L'Università della Terza Età, ancora una volta sollecita agli stimoli culturali, relazionali e sociali, invita la cittadinanza a partecipare al Convivio culturale "La festa della mamma", che si terrà lunedì 9 maggio alle ore 19,00 presso l'Auditorium "Oasi Arcivescovo Francesco Minerva", Canosa di Puglia (BT) in via Muzio Scevola nr 20 . Questo Convivio ci trova coinvolti tutti, perché il tema su cui si articolerà la serata rappresenta una realtà esperienziale che ognuno di noi ha vissuto, vive intrecciando continuamente melodie e filigrane d'amore: la "Madre". "La parola più bella – scrive infatti Kahlil Gibran sulle labbra del genere umano è Madre, e la più bella invocazione è Madre mia. È la fonte dell'amore, della misericordia, della comprensione, del perdono. Ogni cosa in natura parla della madre". È proprio questa parola che animerà il dibattito culturale attraverso la presentazione di un libro di poesie, "Canto ad una Madre", scritto dal poeta canosino Sante Valentino, di cui farà omaggio a tutte le donne, mamme e non, "La cui grandezza – sottolinea Papa Francesco nel libro Amoris laetizia implica non solo tutti i diritti che derivano dalla loro inalienabile dignità umana, ma anche dal loro genio femminile, indispensabile per la società. Le loro capacità, specificatamente, in particolare la maternità, conferiscono loro anche dei doveri, perché l'essere donna comporta una missione peculiare su questa terra, che la società deve proteggere e preservare per il bene di tutti".

"[…] Ma mi sono reso conto – scrive l'autore del libro Sante Valentino in questo mio impegno lirico, nonostante il tema abbia coinvolto grandi autori e poeti di ogni tempo, di non essere riuscito che solo a sfiorare la profondità del sentimento e la grandiosità della purezza trascendentale dell'affetto materno". "Canto ad una madre", è un titolo che prefigura l'idea di una poesia retorica, scontata, invece è una potente pennellata di colori, sfumature, atmosfere che danno voce ad una simbiosi senza tempo di amore, silenzio, ascolto, tenerezza, sempre viva che rinverdisce continuamente nel cuore filiale con la torcia della memoria, un'acqua che ristora l'intima angoscia dell'anima, quando la progettualità dei sogni, la ribellione ad una vita di stenti ti costringono ad "andare" con la voglia di cambiare il proprio presente, pur condannando l'amore generoso della madre ad un'attesa, ad una solitudine … La lettura del libro è un viaggio pienamente godibile, dove ognuno ritrova se stesso e il suo mondo esperienziale, riletti con occhi nuovi, liberi dalla sonnolenza abitudinaria che non ci dà piena consapevolezza della straordinarietà ed irripetibilità con cui si connota il nostro rapporto con "Lei", per farci camminare sempre in novità di vita, nonostante le ombre che possono offuscare il cammino. Il filo conduttore delle poesie è lo stesso percorso di vita dell'autore, correlato sempre alla presenza spirituale della madre, nei momenti di ribellione, delle conquiste di autonomia e di realizzazione di sé, delle esperienze condivise, di rimpianti, di amore intenso, di frustrazione dolorosa, di gratitudine per averlo accompagnato con quello sguardo muto, di angoscia silenziosa, ma nello stesso tempo di amore, di preghiera, di speranza, dono di sé, costituendo il bagaglio spirituale che lo hanno aiutato ad andare avanti, nonostante la nostalgia e l'immagine indelebile del distacco migratorio.L'affetto filiale traspare proprio dal culto della memoria, come costante rigeneratrice della propria identità e delle proprie radici, una memoria rappresentata nell'ascolto amoroso e attento della madre; nel silenzio, un silenzio sottile che si fa voce, che aguzza il ragionamento e l'immaginazione; nel suo sguardo purificatore in cui ci si sente presenti a se stessi, liberi dai "sedimenti" delle logiche omologanti che fanno perdere la cura di se stessi, essenziale per saper chi siamo e perché facciamo quel che facciamo, in una parola la nostra "identità". Il "tempo con la madre" è un tempo rallentato in cui, lasciando emergere le emozioni sedimentate dentro di noi, ritroviamo unità ed identità.Scorrendo tra i versi delle poesie emerge con efficacia l'immagine della madre come rappresentazione dell'Infinito, dell'Universo della conoscenza, come intermediaria nella percezione di Dio e del fluido spirituale della fede, come un tutto Indifferenziato che diventa "finito", "specifico", "vario" nel rapporto concreto che si instaura con il figlio giorno dopo giorno.

Questa connotazione si arricchisce di uno spazio vitale più ampio attraverso le parole di Papa Francesco che definiscono la Madre come l'icona di un paesaggio fecondo di Amore, Bellezza e Fede precisando che "le madri sono l'antidoto più forte al dilagare dell'individualismo egoistico […] Sono esse a testimoniare la Bellezza della Vita […] Una società senza madri sarebbe una società disumana perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori la tenerezza, la dedizione, la forza morale. Le Madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa, nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara […] Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo […]"

Mi piace mettere in evidenza nel colloquio filiale-materno, che emerge prorompente tra le righe del libro intinte con la penna del cuore, l'immagine della "madre" che parla con la luna, con le stelle, perché quando si è lontani, guardando quelle stelle che hanno tanto dialogato con l'amore materno, si ha la sensazione di ascoltare un canto divino, perché tutto parla di lei, la sensazione che brillino di luce speciale tutta per noi, perché racchiudono un "pezzo di mondo", un mondo di esperienze condivise, di dialoghi silenziosi e amorevoli, di pace e di serenità per un cuore lontano. Ed infatti il dolore provocato dalla dura realtà della morte si attenua, diventa il punto di riferimento affinché le future mete ancora da raggiungere non si distacchino da quella "perfezione", ora restituita alla sua essenza trascendentale.

Un grazie augurale, autenticamente sentito, a tutte le mamme e donne espresso attraverso le parole di Giovanni Minerva, ora nella luce della misericordia di Dio, ma pur sempre presente con la sua sensibilità di poeta, scrittore e uomo di fede. ""A voi mamme la nostra gioiosa e affettuosa riconoscenza, riconoscenza per la disinteressata disponibilità che offrite nella intimità della famiglia e nello spazio aperto sul mondo. A voi diciamo di continuare a dare il vostro amore che ci alimenta la gioia di vivere, pur nelle difficoltà e crisi della vita. Con voi tutto diventa sereno, perché offrite voi stesse interamente con la vostra sublime maternità. La vostra missione è grande, sublime, sacra, perché ricco è il dono d'amore, che offrite senza bisogno di gridare: firmate i vostri miracoli d'amore con il silenzio, agendo in profondità. L'augurio è rivolto pure per tutte le donne potenzialmente madri, per tutte le donne in attesa gioiosa e trepidante della prima maternità, per le donne che generano nello spirito con la dolcezza di un sorriso, con la delicatezza di una parola buona, con la presenza – discreta ma efficace – nei momenti bui della vita di un uomo." "".Buona Festa della Mamma!
Agata Pinnelli.


Fonte consultata : "la festa della Mamma come nasce" di Giovanni Minerva tratto da "Canosa Oggi, mensile d'informazione associato Unione Stampa Italiana - anno 1990"
Festa della MammaCanto ad una madre- Sante ValentinoFonte "Canosa Oggi - 1990"Fonte:"Canosa Oggi - 1990"Testata:Canosa Oggi 1990
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