Ischia
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Storia e dintorni

Ischia: vacanze in sicurezza

Scrive un Imperatore Romano: "Libenter et otiose age"

Nella ricorrenza del Ferragosto 2017 abbiamo scritto sul portale di www.canosaweb.it l'augurio di Ferragosto con le Feriae Augusti. Le abbiamo così studiate e ricercate nelle Ferie degli Imperatori romani che si recavano nell'isola di Ischia, patrimonio turistico d'Italia, oggi ribaltato sulle pagine di cronaca per l'evento sismico, che ha riproposto la cultura del terremoto e lo sviluppo urbanistico della sicurezza. Indirizziamo queste note ai turisti, ai villeggianti, agli abitanti, con l'intento di valorizzare la storia, la letteratura termale e paesaggistica, ereditata e custodita dagli hotel di oggi che ospitano i villeggianti. Anche i nostri padri si recavano nel '900 dalla Puglia ai fanghi di Casamicciola, a cui auspichiamo una rinascita, come i bambini estratti viti dalle macerie, nel plauso a Ciro, il bambino eroe del Libro Cuore. Indirizziamo in particolare le note a Forio, che tra Chiese, Torrioni e piscine di Hotel, come l'Hotel San Marco, con cui abbiamo approfondito la natura chimico-fisica delle acque termali delle piscine, si affaccia con la sua bellezza dalla roccia verde al mare. Indirizziamo questo viaggio nel tempo e dedichiamo queste note storiche a Ischia, mentre quest'oggi Papa Francesco esprime solidarietà a Ischia nell'Udienza generale; la squadra di calcio del Napoli dedica la sua meritata qualificazione nella Champions alla popolazione di Ischia in un momento difficile e l'attrice Sabrina Ferilli dall'isola ferita dal terremoto, lancia l'appello: «Non rinunciate al vostro soggiorno a Ischia. Io sono qui e vi posso assicurare che tutto funziona».

Le radici del toponimo
ISCHIA, un nome antico e molteplice di un'isola celebrata dagli scrittori dell'Antica Grecia e dei Latini. Arime la cita Omero nel secondo libro dell'Iliade, Inarime la cita Virgilio nel Libro IX dell'Eneide. I Greci dell'Eubea la chiamarono Pithecusa per la produzione di vasi di creta e ceramiche; Plinio nella Naturalis Historia conferma questo toponimo "non per la presenza di scimmie, ma per i grandi vasi di terracotta dei dolii (figlinae doliorum), di cui abbiamo un modello esposto presso il Liceo Statale Enrico Fermi di Canosa, usati al tempo per vino e olio: «Homero Inarime dicta, Pithecusa, non a simiarum multitudine, ut aliqui existimavere, sed a figlinis doliorum». AENARIA la chiama Plinio il Vecchio nell'opera Naturalis Historia , nel Libro III, VI, 82 , per la sosta delle navi di Enea che approdarono fondando la Magna Grecia. ISCHIA, nel toponimo attuale, deriva da Isca, nome volgare della quercia bianca, dove il lessico greco ìschis significa robustezza della quercia presente nella Maggiore (Iscla Maior) delle isole partenopee.

Le acque termali di Ischia
Le acque termali di Ischia sono citate dagli scrittori e raffigurati in alcuni bassorilievi, per le proprietà curative. Risalendo dalle piscine termali inferiori a quelle fresche esterne ed esponendosi al solarium del sole partenopeo, possiamo ripercorrere i benefici idromassaggi dal tepidarium, al frigidarium, al solarium delle Terme Romane presenti un tempo a Pompei, come a Canosa di Puglia. Le cinque acque dei bagni vengono citate da un antico medico dell'isola, Giovanni, in un manoscritto medievale, Balneum de lacu, di Johannes medicus Gregorii medici filius (forse era Giovanni da Casamicciola, medico personale di Carlo I di Angiò): «Balneum de Vico, Balneum de Lacu, Balneum quod dicitur Castrum, Balneum de Cithara, Balneum Subcellarium». Nel 1726 i bagni d'Ischia sono celebrati da Camillo Eucherio de Quintiis (1675-1733) in un poema di oltre ottomila versi in lingua latina: Inarime seu de balneis Pithecusarum libri VI. Un altro trattato sui bagni d'Ischia è quello di E. Chevalley de Rivaz (1831): Déscription des eaux minéro-thermales et des étuves de l'Ile d'Ischia, in cui l'autore parla sia della storia e natura dell'isola che delle sorgenti e le loro virtù.

La lettera dell'imperatore Romano
Nel 140 d. C. l'imperatore Marco Aurelio in un compito ("immagini") assegnatogli dal suo Maestro Cornelio Frontone così scrive riferendosi all'isola Enaria (insula Aenaria): Quom tu quiescis et, quod commodum valetudini sit, facis, tum me recreavi. Libenter et otiose age. Sentio ergo: Recte fecisti quod bracchio curando operam dedisti. Vale (Quando tu riposi e fai ciò che giova alla tua salute, mi dai conforto. Passa il tempo serenamente e tranquillamente, ecco dunque come la penso: hai fatto bene a curarti il braccio. Stammi bene). Dopo duemila anni concludiamo con lo stesso saluto: "passa il tempo serenamente e tranquillamente. Stammi bene".... con le acque termali curative e benefiche, con il verde delle querce, con i Sali del mare, con l'enogastronomia mediterranea, con il sole partenopeo e... con la sicurezza delle abitazioni e degli edifici ai sussulti del grembo della terra.
Buone Vacanze a Ischia!
Maestro Giuseppe Di Nunno da Canosa di Puglia
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