Le Pillole

Cùgghje l’àcque quàne chiòve...

Oro blu e geopolitica

Cùgghje l'àcque quàne chiòve... Raccogli l'acqua quando piove, un dire popolano, che nonno Nunzio raccomandava ad un omonimo nipote, stringendo forte un polso attento e rispettoso di tanta energia contadina, di tanta saggezza,fatta di poche, grandi lezioni. Oggi il mondo "nuovo" frastorna i ragazzi con mediatiche attenzioni, allontanandoli dalla capacità di recepire messaggi semplici, come l'importanza di preservare il bene acqua. Abbiamo schiavi di un vivere frettoloso, di un mondo effimero e spesso senza veri valori, dimenticato di incanalare, preservare l'acqua. La Natura, stanca delle angherie dell'uomo, oggi ci ritorna il conto con la sete o con la forza distruttiva dell'acqua abbondante, che rompe deboli argini, provoca frane, trascinando tutto, anche le case, con se. L'acqua deve tornare ad essere elemento della cultura del nostro mondo, soprattutto dei nostri ragazzi. L'oro blu è infatti componente essenziale della vita della Terra, ma ha una distribuzione geografica molto irregolare, disponibilità enormi spesso però non fruibili, se non a caro prezzo. E' per questo che come l'oro nero, il petrolio, è già oggi fonte di gravi dispute in Asia Centrale, in Medio Oriente, in Africa. Kofi Annan, ex segretario generale ONU, già qualche anno fa, dichiarò che l'accesso ed il controllo delle risorse idriche avrebbe potuto essere causa di guerra nel ventunesimo secolo. La guerra perchè la Terra non ha acqua a sufficienza? No, il mondo preleva solo il sette per cento circa delle riserve di una risorsa che, a differenza del petrolio, è rinnovabile! La penuria idrica del nostro mondo non è addebitabile alla Natura ma all'Uomo, a fattori solamente e semplicemente umani. Il costo di accesso a risorse disponibili ma difficilmente fruibili, la crescita demografica in paesi poveri e spesso privi di acqua a sufficienza, l'ambiente inquinato, i cambiamenti climatici frutto dello sviluppo irrazionale, lo spreco dei paesi opuloni, sono queste le cause della penuria che uccide sempre il povero, che muore dimenticato, vittima della sete o di malattie derivanti dall'utilizzo potabile di acque inquinate.

Quest"anno l'ONU traguarda il "Millenium Development Goals", otto obbiettivi tra i quali il dimezzamento rispetto al passato del numero di abitanti della Terra che soffrono o muoiono di sete. Uno dei paesi al mondo che più soffre la sete è la Palestina, la striscia di Gaza. Ho progettato e costruito con i miei collaboratori della Sistemi Ingegneria, gruppo Fioroni, un impianto di potabilizzazione proprio nella città di Gaza, ordine commissionatoci dal ministero degli Esteri Italiano, in ambito Cooperazione allo Sviluppo. Era il 1996, l'acqua di alimentazione impianto, prelevata da pozzi, era salmastra, ricca di iodio; la popolazione di Gaza era riconoscibile per dentature rovinate, di colore rossastro. Ricordo con commozione il giorno dell'inaugurazione a cui presenziai affiancando per conto dello Stato Italiano il sottosegretario agli Esteri, ministro Serri. Fummo circondati da una folla di bambini sporchi, malnutriti, con vestiti arrangiati, felici di toccare l'acqua bianca che usciva dai rubinetti posti al di fuori del capannone, dove avevamo collocato l'impianto. Ho voluto ricordare Gaza perchè qualche giorno fa sul giornale campeggiava una gigantografia di bambini Palestinesi che coprivano di fiori di campo una scultura di sabbia, costruita sulla spiaggia,dedicata ad Alan Kurdi, il piccolo di tre anni morto in mare con madre e fratellino e restituito alla terra ferma dalla bontà delle onde. Il mare, i profughi, la fame, la sete, la guerra, il cuore che manca a tanti che non hanno tutti questi contemporanei drammatici problemi e per egoismo ne creano altri a chi chiede pane, acqua, una via di fuga, una vita umana: il racconto ripetuto di questi nostri giorni ! Nella foto lo sfondo era il mare; anche il mare può dare acqua potabile ma solo al ricco che può permettersi il costo di costruzione e di esercizio di un impianto di potabilizzazione. Chi si ricorda del povero? Quale onorabilità ha un Uomo che si dimentica oggi di questi nostri sfortunati poveri fratelli?
Nunzio Valentino
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