Le Pillole

Cristo si è fermato a Bangui

La prima Porta Santa del Giubileo

L' idea di un Cristo, che ancora una volta si ferma in una landa disperata, mi ha riportato alla mente la prefazione di Carlo Levi al suo " Cristo si è fermato ad Eboli ".
" ... la scoperta di una diversa civiltà... fuori della storia e della ragione progressiva, antichissima sapienza e paziente dolore"
Bangui
, capitale della Repubblica Centrafricana, teatro quotidiano di guerra civile e violenze, è la città che meglio rappresenta la povertà estrema dell'Africa Subsahariana. La prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia Papa Francesco la aprirà nella cattedrale di questa problematica città. Il Papa, che sta onorando nella vita di tutti i giorni quel nome che ha voluto per se come capo della Cattolicità, va al "fronte della Sua guerra, incurante del rischio reale alla Sua persona in una terra di atroci scontri tra Cristiani e Musulmani. Francesco all'Angelus ha chiesto al Suo popolo di pregare per Lui, per avere ancora più forza nel gridare al mondo che "uccidere nel nome di Dio è una bestemmia ", per chiedere alle Religioni di unirsi per costruire un mondo di pace, una vita più giusta per tutti ,una solidarietà tra fratelli ,attenti ai dimenticati di questo nostro mondo, spesso proteso solo al culto del proprio Io. Venire incontro agli ultimi, dare loro una mano tesa è il solo mezzo per togliere forza e militanti ai signori della guerra, al Califfo e a chi semina il terrore e fa affari. La strategia della Jihad è chiara: utilizzare gli ultimi mezzi tecnologici di comunicazione, distruggere le frontiere di Stati allo sbando, esportare la paura nel mondo globale, fare proseliti nelle banlieux delle ricche città Europee e nelle lande desolate del Medio Oriente e dell'Africa, addestrare, indottrinare giovani senza destino.

I soldati della Jihad sono giovani Europei, Siriani,Libanesi, Egiziani, Africani, donne e uomini invasati,spesso drogati, che vanno al sacrificio, anche loro con tanta paura addosso. Alle loro spalle la miseria della loro povera vita e le finanze opulente della Jihad senza frontiere, che conta sulle revenues del contrabbando, della tratta delle schiave del nostro tempo, sul traffico della cocaina rinveniente dal Sudamerica, sulla vendita del petrolio a prezzi stracciati, sulla manipolazione e stoccaggio dei rifiuti tossici e nocivi, anche radioattivi, sulla colpevole complicità dei trafficanti di armi, di morte. Si stima che sono circa ottanta milioni i combattenti, i terroristi o quelli pronti a uccidere, dando responsabilità ad un Dio che ama, perdona, non uccide. Muoiono perchè qualcuno ha manipolato la loro mente, promettendo Loro contro il niente di oggi, un domani nel Paradiso di Allah. Il serbatoio di questa delirante viltà, che crea morte, è prevalentemente l'area della insoddisfazione alla vita Europea, il deserto senza acqua che confina da est ad ovest una landa che separa la civiltà dalla barbarie che è la vita di tutti i giorni di paesi come il Mali ,il Sud Sudan, il Borkina Faso, il Ciad, l"Eritrea,la Somalia, il Centrafrica, ma anche gli Stati ricchi per pochi come la Mauritania ,la Nigeria, il Sudan. Sono paesi poveri senza frontiere , con sicurezza lasciata a uomini spesso senza acqua e senza scarpe, male armati ,con governanti opulenti e corrotti, paesi senza scuole ,paesi dove le lotte tribali sono elemento di distinzione. Il Papa va proprio li, nel cuore della rovina personale e morale, per significare che la paura e l'odio razziale e confessionale non vinceranno pur nella profonda convinzione che tanti lutti in fila, alcuni ricordati, altri malamente dimenticati dai mass media, sono globali massi che si sono abbattuti su un mondo inerme, abituato a vivere il tempo libero al bar ,allo stadio ,al teatro ,su un aereo ,ma anche in una chiesa. Sta accadendo qualcosa di enorme, dobbiamo vigilare, senza rinunciare a vivere, senza cedere al terrore.
Dobbiamo, dopo lo sbando, tornare a vivere, non ascoltando chi vuole rispondere con gli stivali rumorosi sul terreno. Dobbiamo tendere la mano, non ritirarla, meno che mai armarla, dando speranza, spiegando con la vita la luce della FEDE.
Il nostro, il loro è un DIO grande , grande nell'amore e nel perdono .
"Verrà un momento in cui ci uccideranno pensando di fare cosa grata a DIO, faranno questo perchè non hanno conosciuto nè il Padre ,nè Me "
Questa è la nostra Fede, questa è anche il pensiero autentico del Corano !
Nunzio Valentino
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