Le lettere di Agata Pinnelli

A scuola con la gioia dell’attenzione

Un cammino con la vela nel cuore e nella mente

Anche quest'anno la scuola ha riaperto le porte del "Convivio" culturale per iniziare un nuovo itinerario di crescita e far sì che tutti gli studenti possano diventare la nostra fiera bandiera, assisa con dignità e merito alla mensa del mondo, dove dovremo condividere e mettere a frutto il "cibo" e "l'acqua" di cui ci siamo nutriti e dissetati in itinere. Non a caso ho parafrasato due opere di misericordia corporali, perché la "Cultura" è l'espressione della qualità di vita e di realizzazione dell'individuo in un contesto sociale onesto, rispettoso, solidale dove nessuno possa essere offeso nella dignità. La "Cultura" è cibo, ha il sapore della fragranza del pane; è acqua che disseta, costruisce ed alimenta la Bellezza della Vita. Perciò la scuola è il "Convivio culturale", garantito dalla nostra Costituzione a cui tutti gli studenti devono partecipare con quella passione che non pone limiti, ma osa issare la vela dell'attenzione per scoprire nuovi orizzonti con onestà, sacrificio, responsabilità e solidarietà, per continuare a stupirsi della Bellezza della Vita e a capire come la scuola sia "lo spazio" per realizzare non solo la propria personalità, ma anche per conseguire quella maturità del cuore e della mente, utile a debellare i "mostri" del nostro presente: la paura di non trovare il proprio spazio professionale, il terrorismo, la sfiducia nell'Europa unita e nella promozione dell'accoglienza come opportunità per chi la dà e chi la riceve.

Proprio in questo Convivio si costruisce il "futuro" ed è per sottolineare il suo ruolo che mi vengono in mente le parole appassionate del Presidente della Repubblica, Mattarella, durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico in riferimento alla necessità di restituire alla scuola un "equilibrato rigore" per non banalizzare gli interventi educativi a causa della tendenza dilagante a voler giustificare qualsiasi comportamento, alimentando un confronto nocivo tra i soggetti che costituiscono l'anima dell'iter formativo: studenti, insegnanti, famiglie. Questi soggetti, invece, attraverso un intervento sinergico devono aiutare i giovani a conquistare responsabilmente e con l'attenzione vigile il proprio spazio nel mondo culturale, professionale, civico, promuovendole loro peculiari positività, di cui non ci sono doppioni e quindi tutti indispensabili per affrontare le sfide complesse della modernità, in cui ciascuno deve fare la propria parte come professionista, cittadino, uomo solidale. Il motore che deve muovere il percorso formativo con successo è l'attenzione del cuore e della mente che permetterà ad ogni studente di orientare la vela nel mare dell'amicizia, della passione, del decoro per rinverdire quel grande patrimonio che rappresenta "la vita di ciascuno", oggi messa a rischio dall'utilizzo del "software" senza regole, come ci testimonia quella forma di bullismo tecnologico che tocca l'apice del degrado più assoluto.

Perciò quest'anno, vorrei augurare a tutti gli studenti di issare "la vela dell'attenzione" verso le persone, la cultura, le cose per direzionarle al Bene comune, per non fecondare la superficialità a discapito della "coscienza", cogliendo il mistero che si nasconde in tutto quello che si fa. L'attenzione ci immerge nel nostro andare e ogni passo, ogni meta che si raggiunge è sempre un nuovo toccare terra, e questo ci fa procedere oltre, ci fa avanzare, mai sazi di ciò che abbiamo raggiunto. Così facendo ci trasformiamo, cresciamo, maturiamo. Dobbiamo vigilare sui pensieri, sui sentimenti, sulle emozioni, le passioni, se vogliamo che le nostre parole, i nostri atti diventino "agenti" di cambiamento, di crescita individuale e sociale. Teniamo sempre issata la vela dell'attenzione soprattutto con noi stessi, scoprendo così la bellezza appagante del sapersi fare compagnia ed imparare ad entrare in relazione con il proprio computer, con i libri che si leggono, si studiano e scoprire che non sono "cose morte", perché esse si impregnano di una vitalità interiore che invita ciascuno di noi ad instaurare un rapporto di complicità che renderà il sapere una primavera continua.

La gioia dell'attenzione vi farà diventare promotori di cultura, di legalità, di decoro anche nell'uso del web, per farne un elemento di competizione positiva, di crescita e far sì che la Vita, il Bene più grande che abbiamo, diventi un'occasione di felicità, pur nella fatica. I ragazzi sono il futuro, gli insegnanti e i genitori sono il presente, per cui tutti devono sapersi coniugare per affrontare le grandi sfide che ci attendono: immigrazione ed integrazione, Europa, terrorismo, onestà …, un cammino arduo sì, ma fattibile se vogliamo proiettarci in un avvenire dove chiusure, pregiudizi, demagogie, violenze non abbiano la parola definitiva, se puntiamo sulla cultura nel suo più ampio significato, da quella "professionale" a quella "civica", a quella "etica". Da qui il mio invito augurale a tutti gli studenti di avvicinarsi al Convivio culturale che la scuola offre con il desiderio e l'audacia di andare sempre oltre, per far crescere il tesoro nascosto in ciascuno, affinché tutti possano assaporare la felicità, quella felicità che siamo noi a farla accadere, a scoprirla, ad allargarla come un elastico perché si estenda di qua e di là, perché non diventi, appena passata, solo un ricordo, ma pungolo per continuare a fecondarla come presagio di un altro orizzonte …

La felicità di cui sto parlando non è l'euforia: questa è una grande ingannatrice, si traduce sempre con brivido occasionale, estemporaneo, che non arricchisce, ma mortifica, perché frutto di gesti irrazionali, di sfide al limite che possono causare sofferenze per sé e per gli altri: ad esempio, porre la propria felicità sul web senza gestirlo, incanalarlo alla propria crescita, debellando la falsa idea che esso può annullare la fatica del nostro operare. A questo penso quando si parla di quel fenomeno inquietante del bullismo in generale e nella sua versione più moderna e micidiale del cyber-bullismo, sottolineato dal Presidente Mattarella. È un problema relazionale-culturale che fa leva sulla prepotenza, sulla omologazione, sull'asservimento alla volontà dei prepotenti, sulla esclusione ed emarginazione, fino a rasentare l'annullamento della dignità, in un luogo come la scuola, che lavora per promuoverla attraverso il rispetto delle peculiarità individuali, che si realizzano, si potenziano proprio nella vita relazionale di gruppo, il quale a sua volta aiuta a dare identità sociale, fiducia, autostima, a scoprire i propri talenti e a dare il meglio di sé per vivere gli anni della formazione come un membro essenziale di un'orchestra capace di esprimere le sinfonie più belle che troveranno spazi di realizzazione completa nella Vita.

Da qui la necessità di non aver paura e manifestare "disobbedienza" affinché cuore e mente di tutti i giovani diventino gli strumenti per "camminare" e "volare". Bisogna ridare decoro alla civiltà dell'elettronica proprio nella scuola, perché i messaggi veicolati vengono immancabilmente emulati e scorrono liberamente come un fiume in piena che solo se sbarrato può essere deviato in direzioni costruttive. La tecnologia va governata, non può sostituire del tutto la cultura del libro, perché esso comporta la partecipazione dell'intelletto, dell'analisi e nel suo spaziare abbraccia tutti i tempi chiedendo soccorso alla memoria. La cultura elettronica vive dell'attimo presente: Internet, Facebook o Twitter sono sempre a nostra disposizione con le loro informazioni e le loro emozioni a buttarci nel presente, che scorre rapidissimo, senza lasciare rimpianti. È una cultura affascinante, una cultura paradossalmente che non ha bisogno di qualcuno (insegnanti) che tramandi qualcosa.

Oggi io vi invito a ripescare il desiderio di ascoltare la voce appassionata dell'esperienza degli insegnanti, quella che fiorisce su sapienze millenarie, sedimentate, per ristrutturare il supermercato di quella informazione pseudo-culturale che offre tutti i giorni il menù per come pensare, come fare, cosa fare. L'augurio per il nuovo anno scolastico che rivolgo a tutti gli studenti è quello di governare assieme ai docenti e genitori questo stupendo mondo della tecnologia con il decoro, l'onestà e la Bellezza della Cultura che da sempre si connota come il codice stradale per un ingresso consapevole nella vita ed è l'unica via per ottenere la patente che vi rende in grado di realizzare il futuro sognato sul piano professionale, civico e soprattutto umano e diventare il motore di un progresso sostenibile.
Pronti per questa sfida?
Il mondo è nelle vostre mani.
Buon Anno Scolastico.

Prof. Agata Pinnelli.
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