Fiera di Santa Elisabetta
Fiera di Santa Elisabetta
Eventi e cultura

Sagra friulana del “Dindiàt”

Da Canosa a Romans d’Isonzo il "Gallus Indicus”

Riscopriamo le comuni radici dei Longobardi con Romans d'Isonzo in provincia di Gorizia, presenti in Canosa nel VII secolo con l'invasione dei "Principes Longobardi Urbem Canusinam devastant", ma anche con l'edificazione di Cappella funeraria al Patrono San Sabino Vescovo a cura della pia Duchessa Longobarda Teodorada. Vogliamo apprezzare e condividere la prestigiosa e antica Fiera di Santa Elisabetta d'Ungheria nelle radici da custodite e promosse dal 1834 nel giorno delle memoria liturgica del 17 Novembre. Dalla terra austro-ungarica nella tradizione asburgica il culto di Santa Elisabetta è diventato europeo. Nel nostro paese il culto di Santa Elisabetta è presente quale Patrona dell'Ordine Francescano Secolare (OFS) con la celebrazione in Chiesa e con l'offerta del pane benedetto riferito al prodigio di carità della Santa. Quale studioso di Dialettologia pugliese, riportata nel libro "Sulle vie dei ciottoli", porgo un semplice contributo e uno studio personale inedito sul lemma del "dindiàt" della nota Sagra del Tacchino, icona della Fiera.

Il DINDIAT: un tacchino in Sagra friulana. Dialettando nelle Regioni d'Italia, ritroviamo il "dindio" (tacchino) nel Friuli Venezia Giulia, ma anche nelle Marche e in Sardegna. Bene avete fatto a codificare il lessico nella Vostra Sagra, nelle radici linguistiche del francesismo "dinde" che significa "tacchino", come riporta l'Enciclopedia Garzanti: "coq d'inde" o "gallo d'indio". Nella lingua trasmessa oralmente scompare l'apostrofo. Nel francesismo infatti ritroviamo il termine "dinde" nella fraseologia del tacchino: es. "préparer une dinde pour Noël", "une dinde pour le diner de demain". La cultura e terminologia hanno origine dal Latino con il tacchino dell'Antica Roma denominato "gallus Indicus", Gallo d'India, citato da Varrone, Columella e Plinio. Plinio, Naturalis Historia, Libro X, 26, 38: " Africae hoc est gallinarum genus, ...in mensas receptae". Varrone nel de Re Rustica, III, 9 cita la gallina indica "quae meleagridàs appellant Graeci" in gr. μελεαγρίς. Columella nel de Re Rustica, VIII, 2, la chiama "Numidicam dicunt, meleagridi similis".

Nel trattato illustrato di ornitologia ritroviamo "De Gallina indica" del MDCXXXVII di Ulisse Aldovrandi, Medico e Naturalista enciclopedico bolognese, che riporta la provenienza del tacchino dalla Numidia in Africa e soprattutto dall'Oriente come dice Strabone citando le "meleagrides" somiglianti alla Gallina d'India. Nel dialetto della Puglia e del Molise il tacchino è denominato "vìcce" con il Palio del Viccio, ma è sempre il "gallus indicus" che approda nel "dindiàt" del Friuli e di Romans d'Isonzo. Significati metaforici della "gallina indica" sono attribuiti, come avviene nel linguaggio popolare, alla donna, ma tutto concorre ad esaltare il tacchino, le cui carni ricche di triptofano, contribuiscono ad un buon sonno di serotonina. Il Sindaco di Romàns d'Isonzo nel Friuli Davide Furlan e l'Assessore alla Cultura, tramite l'Ufficio Cultura con la Dottoressa Paola Franescon hanno ringraziato e apprezzato "i preziosi e gentili pensieri" trasmessi, che sono stati divulgati . Auguri per la Sagra dal Dindiàt nella Fiera di Santa Elisabetta, con il pane benedetto.
Giuseppe Di Nunno- ricercatore storico nella condivisione del Memoriale della Grande Guerra.
Romans d'Isonzo Fiera Santa Elisabetta
© 2005-2024 CanosaWeb è un portale gestito da 3CPower srl Partita iva 07161380725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
CanosaWeb funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.