S.Caterina Egitto
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Religioni

Le origini della Chiesa di Santa Caterina

Dal Codice Diplomatico Barlettano

Porgendo il saluto da Firenze all'amata Canosa, trasmetto la lettura della pergamena molto raggrinzita e lacera del Codice Diplomatico Barlettano ricercato nella Biblioteca Comunale di Sabino Loffredo. Nel Terzo Volume a cura Salvatore Santeramo con documenti dell'Archivio di Napoli di R. Filangieri, a pag 124 -125 è riportato il seguente testo a riscontro delle origini antiche della Chiesa di Santa Caterina di Canosa che risale al 1382.
Cattedrale – Canosa A.D. 1382 – 2O giugno - V Indizione Anno IV di Papa Urbano VI.

Datum in hospitio nostro Canusii Anno Domini millesimo trecentesimo octuagesimo secundo, die vigesimo Junii quinte inditionis, Pontificatus Santissimi domini nostri [Urbani] divina Providentia pape sexti anno [quarto].
"Comunichiamo ai presenti della nostra Comunità" (Universitati nostre presentibus intimamus): così inizia il manoscritto del prevosto di Canosa dalla sede della Chiesa Madre di San Sabino.
Il prevosto di Canosa Giovanni, di nomina pontificia, dispone che il nobile Valentino figlio del maestro Biagio di Canosa (vir nobilis Valentinus magistri Blasii de Canusio) il quale sta edificando fra le mura di Canosa la Chiesa di Santa Caterina (Ecclesiam edificari fecit infra menia civitatis Canusii) a proprie spese (suis propriis sumptibus et expensis), possa eleggere il Cappellano (in dicta Ecclesia idem Valentinus…possit eligere Sacerdotem celebraturum).
Il Prevosto Giovanni della Cattedrale San Sabino († Johannes Prepositus Canusinus) per Grazia di Dio e della Sede Apostolica (Dei et Apostolice Sedis gratia) dispone di far versare un carlino e mezzo d'argento (carolenum unum et medietatem argenti) in segno di sudditanza (in signum superioritatis) alla Chiesa Madre (in dominam et matricem Ecclesiam).
Si individua così nella Diocesi Canosina uno stretto legame tra la Chiesa Madre (Cattedrale San Sabino) e la Chiesa di Santa Caterina (ad almam virginem Catherinam) e la moneta del Carlino corrisponde come moneta a Carlo I d'Angiò , Re di Napoli dopo il 1278.
La figura di Santa Caterina, Dottore della Chiesa, è riportata nel manoscritto nella leggenda agiografica della Santa protettrice delle mamme nutrici in riferimento al latte che sgorgò, invece del sangue, dal suo collo decapitato. Dal suo sepolcro continuò a sgorgare un essudato lattescente prodigioso, "il latte di Santa Caterina" (Virginem Catherinam de cuius corpore soavissimus liquor, qui infirmorum corpora sanat, scaterizzare non cessat).
Resta nei secoli la memoria di devozione del fondatore Valentino (devotionis zelo et amore nimie caritatis adcensus) acceso di devozione e carità; resta la cultura popolare, la fede cristiana nel giorno della festa (in die festi Virginis) nel borgo antico di Canosa (infra menia civitatis Canusii).

Arch. Michele Menduni da Firenze
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