Incidenti treni
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La sicurezza ferroviaria in Puglia :l’ enigma insoluto

Botta e risposta tra Di Bari(M5S) e l’assessore Giannini

"Quanti anni dovranno ancora passare per poter viaggiare in sicurezza sulle linee ferroviarie pugliesi? Ad oggi quante sono le tratte ferroviarie messe in sicurezza e dotate del sistema di frenata automatico SCMT ?" Se lo chiede la consigliera del M5S Grazia Di Bari, la cui mozione per la "messa in sicurezza delle tratte ferroviarie regionali" giace in Consiglio regionale da quasi un anno. "La tragedia ferroviaria del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria - Corato e lo scontro tra i due treni sulla linea Lecce - Otranto dello scorso 13 giugno non possono essere imputabili solo a errori umani - incalza Di Bari - alla base ci sono gravi responsabilità politiche. Da un anno aspettiamo che il presidente Emiliano e l'assessore ai trasporti Giannini vengano in aula a riferire sullo stato di tutte le linee ferroviarie pugliesi. L'anno scorso ci era stato promesso un Consiglio regionale monotematico in cui sarebbero state date risposte alle nostre domande in tema di sicurezza dei trasporti, ma ovviamente niente è stato fatto. Consiglio monotematico - continua la consigliera pentastellata - che è stato nuovamente richiesto dall'assessore Giannini all'indomani dello scontro tra i due treni delle ferrovie del Sud Est a Galugano e che siamo certi finirà nel dimenticatoio appena si sarà spenta l'eco sulla vicenda. Noi continueremo a batterci per avere impegni concreti dalla Giunta affinché venga garantito il diritto a viaggiare in tutta sicurezza. L'assessore Giannini continua a sfuggire e ad affermare che occorrono anni per la messa in sicurezza della rete ferroviaria pugliese. Dunque la domanda che gli poniamo è semplicissima: quanti anni dovranno ancora trascorrere?
In Consiglio Regionale l'assessore ha spiegato che i soldi per la messa in sicurezza delle linee ferroviarie regionali sono stati stanziati, ma che le società concessionarie delle tratte ferroviarie non hanno presentato progetti e quindi la responsabilità non è riconducibile alla Regione.L'assessore continua a dire che i soldi sono stati stanziati - conclude Di Bari del M5S - ma, se questo è vero, mi chiedo: perchè la Regione non ha mai denunciato questa inerzia? Ha pensato di rescindere i contratti di concessione o li ha rinnovati? Ha avviato contenziosi per verificare di chi fossero le responsabilità del mancato impiego delle risorse disponibili? Queste domande potranno finalmente ricevere risposta o anche per questo sarà necessario aspettare anni?"

In merito, l'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, ha diffuso la seguente dichiarazione: "le affermazioni delle consigliera Grazia Di Bari (M5S), contenute nel suo ultimo comunicato sulla sicurezza ferroviaria, sono, allarmistiche e fuorvianti.La circolazione dei treni in sicurezza – spiega Giannini - la cui responsabilità è in capo ai gestori dell'infrastruttura e delle imprese ferroviarie, è regolamentata attraverso un complesso quanto rigoroso apparato tecnico-normativo, sotto il controllo USTIF e ANSF, di cui la collega Di Bari ignora l'esistenza. Per la consigliera Di Bari è forse troppo difficile affrontare con cognizione un argomento come questo. E' più facile sparare nel mucchio, confondere ed emettere sentenze, come se fosse possibile risolvere il problema con un colpo di bacchetta magica. Dei 1543 km di rete ferroviaria pugliese, il 61% (939 km) è attrezzato con SCMT: parliamo di tutta la rete RFI, della rete Ferrovie del Gargano (ad eccezione degli ultimi 10 km della San Severo – Peschici Calenella) e della rete FNB da Bari c.le a Ruvo (sistema già montato, in fase di collaudo e che entrerà in funzione entro l'estate). Della metropolitana di Bari San Paolo invece, già a doppio binario, della rete non interconnessa FAL e per tutta le rete delle FSE siamo già partiti con l'attrezzamento SCMT del bordo treni e i gestori del servizio stanno ultimando i progetti per i sistemi di terra. I soldi ci sono, e stiamo spingendo sia le imprese che ANSF ad accelerare l'iter autorizzatorio-realizzativo. Nel 2013 Puglia, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia sono state tra le uniche regioni in Italia ad investire 83 milioni di euro per i Sistemi di controllo della marcia dei treni, senza che vi fosse l'obbligo di installarli. Per questo respingo al mittente responsabilità politiche che non ci sono. Il tema è complesso: investe il sistema ferroviario regionale dell'Italia intera, e va affrontato con serietà e senso di responsabilità mettendo da parte sterili, strumentali ed infondate prese di posizione, che producono come unico effetto la deformazione della verità. Polemiche, peraltro, basate sulla scarsa conoscenza della materia e facilmente smontabili con l'approfondimento della normativa vigente. Ciò che oggi si è aggiunto a complicare le cose, è il diverso procedimento autorizzatorio, molto più complesso del passato, che ha notevolmente appesantito i tempi. Stiamo monitorando con pazienza, tenacia e passione l'avanzamento delle attività, guardando avanti, come sempre, avendo a cuore la sicurezza dei cittadini ed il futuro del sistema del trasporto pubblico. Non c'è alcuna necessità di rescindere i contratti: si lascerebbe irrisolto il problema, anzi, lo aggraverebbe, perché il subentrante avrebbe l'obbligo di avviare da zero le medesime procedure per la massa in sicurezza ed il rinnovo del parco rotabile, con l'impiego dei tempi tecnici necessari. Assicuro invece che, laddove necessario, approfitteremo della recente previsione normativa del DL 50/2017 che autorizza le regioni ad utilizzare RFI per la gestione degli interventi tecnologici sulla sicurezza. Rassicuro infine la consigliera Di Bari sulla mia disponibilità a qualsiasi confronto. Non sfuggo a niente – conclude l'assessore Giannini - e lo sanno bene i consiglieri pentastellati della V^ commissione alla quale in passato ho chiesto addirittura io di essere udito, relazionando sui temi del TPL, sicurezza incluso. E' diabolico insistere in una condotta che se è in buona fede è figlia di superficialità e scarsa conoscenza, in caso contrario risponde a logiche demagogiche ed elettoralistiche di cui non vale la pena occuparsi".
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