Ipogeo Varrese
Ipogeo Varrese
Archeologia

Ipogeo Varrese: un unicum nell’architettura funeraria pugliese

Una nuova struttura che creerà nuova occupazione

In tutta la Puglia rappresenta un unicum dell'architettura funeraria: l'Ipogeo Varrese, una delle strutture ellenistiche (IV-III sec. avanti Cristo) più interessanti e ben conservate del nostro territorio, dopo un lungo restauro, è stato inaugurato oggi a Canosa. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco Ernesto La Salvia, l'assessore alla Cultura, Sabino Facciolongo, il Soprintendente archeologico della Puglia, Luigi La Rocca, l'ispettrice per Canosa della Soprintendenza Archeologica della Puglia, Marisa Corrente, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, Antonio Castorani, il presidente della Fondazione archeologica canosina (FAC), Sabino Silvestri, il direttore del Museo di Palazzo Sinesi, Alfredo De Biase. Inoltre erano presenti tra il pubblico, gli ex sindaci di Canosa, Andrea Silvestri e Francesco Ventola (consigliere regionale), i presidenti delle associazioni locali Pro Loco e club Unesco, Anna Maria Fiore e Patrizia Minerva. Il progetto che nasce dall'esigenza del Comune di preservare dalle ingiurie del tempo l'importante area archeologica, di grande valore ed interesse fra i beni archeologico-monumentali della Città di Canosa. La maestosa costruzione in legno sull'ipogeo prevede la possibilità di ospitare mostre, convegni e conferenze. "L'area archeologica dell'Ipogeo Varrese – ha spiegato Sabino Facciolongo -, dopo una lunga fase di restauro, è stata resa fruibile attraverso la copertura del dromos di accesso e dell'area stessa con la ricostruzione di un tempio in legno, che sovrasta il sito archeologico, riproducendone la struttura stessa e richiamando in parte quello che forse era l'assetto antico dell'impianto. Sono stati realizzati pannelli illustrativi, trasparenti, in plexiglas, che danno visibilità all'ipogeo. Si tratta di un unicum in Puglia perché restituisce uno spazio di visibilità esterno, legato ad un percorso cerimoniale funerario e sotterraneo". Chi passa, quindi, da via Lavello, non potrà fare a meno di vedere il dromos d'accesso alla tomba Varrese attraverso i pannelli trasparenti.

L'ipogeo ha restituito un corredo funerario ricchissimo, importante palinsesto di tutta la produzione vascolare canosina dell'età ellenistica, che è fruibile interamente presso il Museo di Palazzo Sinesi (via Kennedy). La struttura, da poco, è anche sede canosina del Polo museale della Puglia, diretto da Fabrizio Vona (http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Enti/visualizza_asset.html_572921339.html).

Il visitatore quindi potrà godere sia di un corredo funerario completo che avere a sua disposizione la visione agevole del contesto da cui proviene. La cerimonia di inaugurazione si è articolata in vari momenti: ha avuto inizio nell'aula consiliare di Palazzo di Città con la presentazione di un volumetto intitolato "Il progetto della tomba Varrese, tra paesaggio urbano e istanze conservative", edito a cura dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Canosa e redatto dagli architetti Carmine Robbe e Matteo Ieva, che si sono occupati tecnicamente della valorizzazione dell'ipogeo.La cerimonia si è conclusa, poi, presso il sito archeologico della tomba Varrese, in via Lavello, dove è stata anche dedicata una targa alla memoria del compianto Soprintendente Archeologo della Puglia, Giuseppe Andreassi, autore nel 1973, della riscoperta dell'Ipogeo. Alla cerimonia hanno preso parte anche i ragazzi di alcune classi del liceo scientifico "Enrico Fermi" di Canosa, coinvolti in un progetto "scuola-lavoro", d'intesa con la Fac e la cooperativa di servizi "Dromos.it". Il restauro è stato realizzato con i fondi del Mibact, della fondazione "Cassa di Risparmio di Puglia", e del Comune di Canosa, proprietario dell'area.

"Se abbiamo accettato di coofinanziare questo intervento – ha detto Castoraniè perché riteniamo che questa iniziativa ricadrà positivamente sull'intero territorio, muovendo interessi economici attraverso la promozione del turismo culturale. Questo vuol dire che il nostro intervento ha contribuito alla creazione di una nuova struttura che creerà nuova occupazione".

"L'Ipogeo Varrese – ha concluso il sindaco La Salvia - con la sua nuova struttura protettiva che proietta sul territorio circostante ciò che la terra celava sino a qualche anno fa, è testimonianza, oltre che buon esempio, del "fare archeologia". E chiunque sa quanto da noi se ne senta il bisogno! Da sindaco orgoglioso della propria terra, ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa operazione, con l'auspicio che quello che sovente a Canosa è eccezionalità, possa diventare sempre più virtuosa normalità".

Ufficio Stampa Francesca Lombardi
Ipogeo VarreseTarga alla memoria di Giuseppe Andreassi
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