Democratici BAT
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Politica

Il referendum per le riforme costituzionali

Interviene Malcangi dei Giovani Democratici BAT

Il 12 aprile 2016, la Camera dei Deputati ha dato il via libera alle Riforme Costituzionali. Saranno i cittadini a decidere sull'entrata in vigore della riforma attraverso il referendum confermativo in calendario ad ottobre 2016. Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo. Dunque i cittadini saranno chiamati a votare tra due opzioni: confermare o non confermare le modifiche costituzionali del ddl Boschi. Non ci sarà quorum: questo significa che non c'è bisogno di una soglia minima di votanti. A vincere il referendum sarà semplicemente l'opzione più votata tra "sì" e "no" alla conferma della legge. In merito intervengono i Giovani Democratici della BAT con la seguente nota informativa."""Inviteremo a votare sì e spiegheremo come cambia la Costituzione del '48. - esordisce nella nota il segretario dei Giovani Democratici BAT, Mirko Malcangi - Sentiamo sulle nostre spalle il dovere di farlo, per supplire alle mancanze dei partiti che hanno smesso di fare formazione politica e della scuola. L'ultima mia lezione di educazione civica risale al 2000, quando frequentavo la scuola elementare. E sarebbe buona cosa se anche i docenti si attivassero per recuperare questa buona prassi. Noi siamo a disposizione di tutti. Dopo i tentativi falliti della Commissione Bozzi, nel 1984, della Commissione De Mita-Iotti del 1994, della bicamerale D'Alema del 1998, questa è la volta buona per rimettere in sesto il sistema italiano. Votare Sì è un'opportunità, non un rischio. La domanda da porsi è se questa riforma migliora o peggiora la situazione attuale. E la situazione attuale è frutto delle elezioni del 2013, quando nessuna coalizione ha vinto le elezioni e ottenuto la maggioranza in entrambe le Camere. Con le conseguenze che tutti conosciamo. Basta guardare quelle che noi chiamiamo le "Grandi Democrazie Europee" per rendersi conto di come nessuna abbia una camera doppione: basta al bicameralismo. È falso quanto dicono i sostenitori del NO quando parlano di derive autoritarie: il nostro resta un sistema parlamentare, con i dovuti contrappesi. Ma manca la stabilità dei Governi. Il Senato, che passa da 315 a 100 membri, non voterà più la fiducia al Governo e si esprimerà soltanto sulle leggi di natura costituzionale ed europea. Viene introdotto il principio del "Voto a data certa", che permetterà al Governo di assicurarsi tempi certi per l'approvazione del programma, scongiurando tempi biblici che hanno paralizzato il sistema negli ultimi decenni.- Conclude il segretario Malcangi - Vengono costituzionalmente cancellate le Province, facendo un ulteriore passo avanti verso il progetto di riforma degli enti locali. Vengono eliminate le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Altro passaggio fondamentale affinché le grandi questioni (l'energia, ad esempio) vengano affrontate con una visione unitaria""".
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