Coro Desolata 2022
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Cammina e canta. Non ti fermare, donna

La Processione della Vergine “Desolata” nel racconto della giornalista Anna Paola Lacatena

Il testo "Cammina e canta. Non ti fermare, donna", a firma della giornalista Anna Paola Lacatena, pubblicato sulla testata on-line "Canosaweb-Viva" il 14 maggio 2022, ha ricevuto il PREMIO NAZIONALE GIORNALISTICO "TOMMASO FRANCAVILLA", nel corso della cerimonia svoltasi presso la sede della Regione Puglia a Bari il 22 marzo scorso. «Partecipare alla Processione della Desolata, nella mattinata del Sabato Santo a Canosa, anche solo da spettatrice, - esordisce così la giornalista Anna Paola Lacatena nella dichiarazione rilasciata alla vigilia del rito che conclude la Settimana Santa - è stata un'esperienza profondamente coinvolgente. Al di là dei significati più evidenti e legati a quello scrigno di meraviglie che sono i riti della Settimana Santa in Puglia, la particolarità di questa iniziativa è nella sua declinazione tutta al femminile. Non c'è un'idea di rassegnata desolazione, le voci di queste donne portano energia nuova, vita che si rinnova e finisce per imporsi anche sulla morte. Non c'è solo una percezione di materno violato dall'innaturalità della perdita del proprio Figlio sulla croce ma l'idea che la rielaborazione del dolore passa esclusivamente attraverso la vicinanza, la condivisione. Bellissima è la suggestione di una sorta di sorellanza in cammino. Per le emozioni - conclude la giornalista - e la commozione che i passi e la voce che queste "sorelle" hanno saputo regalarmi.»

«Cammina e canta.
È lattiginoso il cielo nelle ore mattutine di questo Sabato Santo. Sembra limitata la possibilità per una luce troppo forte, per il diradarsi delle nuvole, per l'opportunità di ciò che ancora oggi non può dirsi festa. Il nero degli indumenti indossati dalle centinaia di donne partecipanti alla Processione è assenza ed esubero di colore. È di tutte e di una sola. È mestizia. Non è rabbia.
Cammina e canta.
Sul piazzale antistante il sagrato della Chiesa dei "Santi Francesco e Biagio", dopo un'attesa durata più di ventiquattro mesi, aspettare l'uscita de "la Desolata" sembra la cosa più desiderabile. Con lento e prudente incedere, affacciatisi i portatori dalla porta principale, la Statua, circondata da rose rosse, sosta per alcuni minuti nella piazza prospiciente. Presto sarà accompagnata per le vie del paese.
Cammina e canta.
È il momento per le donne che ne seguiranno il procedere di coprire il volto. Una veletta, un fazzoletto, un foulard purché rigorosamente scuri. La fatica fisica all'uomo quella spirituale alla donna. Lo sguardo della Statua sembra poggiarsi su una ricevitoria, posta proprio difronte alla porta principale della Chiesa. Qualcuno lo avrà pensato che se chi sta in alto non risponde, scendere in basso - spesso sempre più in basso - è pur sempre una via.
Cammina e canta.

Prima della partenza, il Miserere.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.


Un passo dopo l'altro, senza fretta. Tra gli sguardi della gente la cui immagine non può essere riflessa dal nero che rende i volti indistinti. Quel velo è adagiato su di uno specchio che non riflette.
Segue lo Stabat Mater nella versione di Jacopone da Todi (l'Inno della Desolata).

Chi può trattenersi dal pianto
davanti alla Madre di Cristo
in tanto tormento?

(…)
Ferisci il mio cuore con le sue ferite,
stringimi alla sua croce,
inèbriami del suo sangue.


Lo Stabat Mater nel corso della mattinata tornerà più e più volte.
Cammina e canta.
Tra razionale e irrazionale, l'individuo si preserva nella voce potente di queste donne che mediano la più inestricabile certezza umana: la vita e la morte come capacità creativa e di distruzione. Tra eros e thanatos, si fa quasi tangibile il perpetuo rincorrersi di inizio e fine.
Cammina e canta.
Non ci sono precisi moduli coreutici se non l'ardimento reso ancora più audace dal volto nascosto. Non c'è esibizione, non c'è disagio.
Le donne de "la Desolata" tra di loro si stringono le mani, si sostengono. Si accompagnano reciprocamente. È infranta la solitudine, è vinta la paura della morte.
Nel linguaggio della tristezza della Statua nulla è più, eppure nulla è mai stato così presente.
Nel suo ritorno glorioso
rimani, o Madre, al mio fianco
Cammina e canta.
Sono passate da poco le tredici quando la Processione termina con il rientrare della Statua nella Chiesa dei "Santi Francesco e Biagio".
Le donne ora svelano il loro volto.
La soddisfazione del poter dire io c'ero, le rende genuinamente sfrontate e ancora più belle. Con l'ormai desueta visione di lunghi abbracci si chiude il cerchio di passi, parole e musica nell'incontro con quel femminile che è accoglienza.
Cammina e canta. Non ti fermare, donna» .
Coro della Desolata 2022  Ph Anna Paola LacatenaCoro della Desolata 2022  Ph Anna Paola LacatenaCoro della Desolata 2022  Ph Anna Paola Lacatena2023 CANOSA DI PUGLIA : PROCESSIONE DELLA DESOLATA
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